In questo caso il filo rosso è ancora intrecciato alle nostre dita… e mi porta a parlare dell’affido familiare.
Sull'affido sono stati scritti fiumi di parole, cosa dire ancora?
Come famiglia abbiamo maturato questa nostra disponibilità nel tempo e, come dicevo in un post precedente, ci siamo trovati per tre volte a rispondere ad un bisogno improvviso: l’abbiamo fatto senza troppi ragionamenti, senza riserve e senza tentennamenti, coscienti che era l’unica scelta percorribile e la più giusta.
Che cosa abbiamo imparato da queste seppur brevi esperienze?
Che l’affido è come una carezza, un bacio o un abbraccio, una mano tesa, fugaci nella loro manifestazione, ma potenti. Nessuno mai ne scorda la bellezza, il valore, soprattutto quando avvengono al momento giusto, cioè quando più ne abbiamo bisogno, perché “niente è più grande delle piccole cose. È il fiore tra l’asfalto lo spettacolo del firmamento”.
Se anche questi gesti dovessero comparire un'unica volta nella nostra vita, rimarrebbero per sempre come un raggio di luce nel buio di quel momento.
Del resto a cosa serve l'affido familiare se non a mostrare che un altro tipo di amore, diverso da quello finora conosciuto, è possibile? a proporre un modello di famiglia che prima o poi possa essere replicato, andando a ripescare nella memoria quell'esperienza?
È un pezzo di strada percorso insieme, l’uno accanto all’altro, che dà la forza di proseguire anche da soli, arricchiti e rafforzati dai passi condivisi. È un modo di curarsi dell’altro e nello stesso tempo prendersi cura di sé. È un atto di fede.
“Adesso chiudi dolcemente gli occhi e stammi ad ascoltare
Sono solo quattro accordi ed un pugno di parole
Più che perle di saggezza sono sassi di miniera
Che ho scavato a fondo a mani nude in una vita intera
Non cercare un senso a tutto perché tutto ha senso
Anche in un chicco di grano si nasconde l’universo
Perché la natura è un libro di parole misteriose
Dove niente è più grande delle piccole cose
È il fiore tra l’asfalto lo spettacolo del firmamento
È l’orchestra delle foglie che vibrano al vento
È la legna che brucia che scalda e torna cenere
La vita è l’unico miracolo a cui non puoi non credere
Perché tutto è un miracolo tutto quello che vedi
E non esiste un altro giorno che sia uguale a ieri
Tu allora vivilo adesso come se fosse l’ultimo
E dai valore ad ogni singolo attimo
Ti immagini se cominciassimo a volare
Tra le montagne e il mare
Dimmi dove vorresti andare
Abbracciami se avrò paura di cadere
Che siamo in equilibrio
Sulla parola insieme
Abbi cura di me
Abbi cura di me
Il tempo ti cambia fuori, l’amore ti cambia dentro
Basta mettersi al fianco invece di stare al centro
L’amore è l’unica strada, è l’unico motore
È la scintilla divina che custodisci nel cuore
Tu non cercare la felicità semmai proteggila
È solo luce che brilla sull’altra faccia di una lacrima
È una manciata di semi che lasci alle spalle
Come crisalidi che diventeranno farfalle
Ognuno combatte la propria battaglia
Tu arrenditi a tutto, non giudicare chi sbaglia
Perdona chi ti ha ferito, abbraccialo adesso
Perché l’impresa più grande è perdonare se stesso
Attraversa il tuo dolore arrivaci fino in fondo
Anche se sarà pesante come sollevare il mondo
E ti accorgerai che il tunnel è soltanto un ponte
E ti basta solo un passo per andare oltre
Ti immagini se cominciassimo a volare
Tra le montagne e il mare
Dimmi dove vorresti andare
Abbracciami se avrai paura di cadere
Che nonostante tutto
Noi siamo ancora insieme
Abbi cura di me qualunque strada sceglierai, amore
Abbi cura di me
Abbi cura di me
Che tutto è così fragile
Adesso apri lentamente gli occhi e stammi vicino
Perché mi trema la voce come se fossi un bambino
Ma fino all’ultimo giorno in cui potrò respirare
Tu stringimi forte e non lasciarmi andare
Abbi cura di me”
(Abbi cura di me - Simone Cristicchi)
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