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Immagine del redattoreMonica

Capelli Rossi - Novembre 1999

Aggiornamento: 13 ott 2021



Il filo rosso oggi si confonde con i capelli rossi di Laura…

"Finalmente quello che faccio ha un senso, sai? Voglio che la gente veda, capisca, si renda conto. Vorrei fare di più, passare del tempo con te, le prossime estati del Kosovo. Ma verrò, a Capodanno, ormai l'ho deciso. So che ogni tanto alzi gli occhi al cielo e pensi a quando tornerò. Ma non essere triste. Immagina… quella striscia rossa che vedi qualche volta, al tramonto, è una ciocca dei miei capelli."

Queste frasi dedicate alla piccola Dafina, sono tratte dal libro "I 189 giorni di Laura" di Francesca Mineo, che ha ripercorso il breve, ma intenso cammino di Laura Scotti. Una giovane donna, che poco dopo aver iniziato a collaborare con Ai.Bi., andando in Kosovo a documentare la situazione alla fine del conflitto con la Serbia, si innamora di quel piccolo paese a forma di aquilone e soprattutto dei bambini e ragazzi che là conosce, e nei mesi successivi inizia ad andare avanti e indietro, fin quando un incidente aereo nei cieli di Pristina spezza i suoi sogni.

Era il 12 novembre 1999, un'uggiosa giornata tipica della Bassa milanese e io ricordo perfettamente dove ero: alla mia scrivania, incinta di 6 mesi di Alessandro, fuori dalla finestra davanti a me la campagna velata di nebbia.

Dopo pranzo Irene tornò in ufficio portandoci la terribile notizia del disastro aereo, le agenzie di stampa avevano appena confermato che per colpa della nebbia, l'Atr-42 del Pam (il programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite) si era schiantato quella mattina, prima dell'atterraggio, contro un monte appena fuori Pristina, persero la vita 24 persone, tra le quali Laura.



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