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  • Immagine del redattoreMonica

La Grande Madre Russia

Aggiornamento: 14 ott 2021



"Odi et amo. Quare id faciam, fortasse requiris. Nescio, sed fieri sentio et excrucior."


Odio ed amo. Mi chiedi perché lo faccia, Non lo so, ma sento che accade e me ne cruccio.


Chiedo scusa a Catullo per aver preso in prestito i versi dedicati all'amata Lesbia, ma rispecchiano in modo preciso i miei sentimenti verso la Russia.

La prima volta ci sono stata nel 1989, per studio, quando era ancora parte dell'Unione Sovietica, la seconda volta a cavallo tra il 1990 e il 1991: ho vissuto 6 mesi a Mosca, mentre raccoglievo materiale per la tesi. È stato un periodo molto intenso, per alcuni versi faticoso, per altri entusiasmante. Poi ci sono stata tante altre volte dopo il putsch dell'agosto 1991,che portò al dissolvimento dell'Unione Sovietica.

Mi ci sono recata sia per lavoro, che per far visita ad amici, l'ultima volta risale a novembre 2017, per festeggiare il 70mo compleanno del maestro del coro Lege Artis di San Pietroburgo - Boris Abaljan - che guarda caso cadeva nella stessa settimana del 100mo anniversario della Rivoluzione d'Ottobre.

In tutti questi anni ci sono stati grandissimi cambiamenti, ad ogni livello, ma il cuore, quello resta intatto.

Dei miei viaggi di lavoro mi fa piacere ricordarne almeno 3.

Nel marzo 2006 abbiamo tenuto una formazione per operatori presso il Patriarcato russo Ortodosso di Mosca. È stata l'occasione di fare un viaggio nella grande madre Russia con la mia amica d'infanzia Lisa Rigobello, nelle vesti di psicologa formatrice, e insieme a noi c'era anche il Presidente; interprete e traduttrice insieme a me, la nostra capo-rappresentante dell'epoca Angelika.

Belle e intense giornate di lavoro, soddisfazione nel trovare molti punti in comune con i partecipanti e gioia nel godere di qualche ora libera per poter visitare la città.

Anche nell'ottobre 2009 il viaggio era motivato da esigenze formative, in questo caso ero con la collega Francesca, la volontaria espatriata era Elena e la formazione del nostro personale verteva sul protocollo attuativo dell'accordo bilaterale Italia-Russia, previa presentazione condivisa con tutti gli enti autorizzati in Russia.

In questa occasione non posso dimenticare una memorabile strigliata del Presidente sulla mancata preparazione delle cartelline di lavoro, che mi costrinse a rinunciare all'invito ad un balletto, visto che per tutta la serata io, Francesca ed Elena lavorammo per stampare, pinzare e assemblare il materiale necessario per l'indomani. Mi consolai solo perché avevo già visto il "Lago dei cigni", che oltretutto si teneva in un teatro di riserva, dal momento che il Bolshoj era in restauro, e in realtà alla fine noi tre ci divertimmo un sacco tra un improperio e l'altro.

Voglio infine ricordare la missione di ottobre 2006, non tanto perché fosse particolarmente interessante, io e il Presidente prendevamo parte ad un convegno sull'infanzia organizzato dalla Fondazione Raisa Gorbaceva, quanto per l'inaspettato e meraviglioso incontro che feci in aeroporto con Roberto Bolle!

Sono una vera appassionata di balletto e soprattutto di Roberto.

Nella lounge Alitalia (non c'erano compagnie low-cost per la Russia e in quell'occasione sfruttavamo l'appartenenza al club millemiglia del Presidente) mi vedo davanti tutto vestito di nero il grande ballerino, che sicuramente all'epoca era meno noto di ora e sussurro al Presidente, che non sapeva neppure chi fosse, che sarei andata a salutarlo.

Ma non finì qui perché lui mi disse che stava andando a Mosca, quindi eravamo sullo stesso aereo, ora immaginate la mia sorpresa, nonché emozione ed eccitazione quando scoprii che mi avevano assegnato il posto accanto a lui. Seppi così che quella sera avrebbe ballato al Bolshoj per un Galà in memoria del grande coreografo Djagilev e durante il viaggio lo aiutami a compilare la dichiarazione di sbarco, che erano solo in russo, visto che quelle in italiano erano finite.

Una volta a Mosca cercai, purtroppo senza successo, di acquistare un biglietto per il balletto di quella sera, purtroppo era tutto esaurito. Io e Katja, la rappresentante dell'epoca, ripiegammo sulla partita Inter-Spartak, alla quale il Presidente era stato invitato dal console. Fu una serata freddissima e bellissima, se si tralascia il fatto che noi due eravamo nella curva dei tifosi moscoviti e il fatto che io sono pure juventina!!!

Della Russia potrei dire ancora molte cose, ma concludo questo post già lungo con una citazione, che forse riesce a mostrare la complessità di questo paese e i miei sentimenti nei suoi confronti.


"La Russia è quel paese che uccide i suoi poeti, ma che fa nascere persone pronte a morire per i propri versi."

(Osip Mandelstam)




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