Il mio cammino è partito dall'Ospedale degli Innocenti di Firenze che è una delle più antiche istituzioni italiane dedicate alla tutela dell’infanzia. Dal lontano 5 febbraio 1445, giorno in cui venne accolta la piccola Agata Smeralda, l’Istituto opera ancora oggi in favore dei bambini, delle madri e delle famiglie, ed è anche il Centro nazionale di documentazione e analisi sull'infanzia e l'adolescenza.
Nell'aprile del 1998 ho avuto l'incarico di partecipare alla Conferenza internazionale di Euradopt, network europeo sull'adozione, organizzato proprio presso l'Ospedale degli Innocenti; ci sarei tornata poi altre volte, in occasione di giornate di studi e formazione.
Quella però era la prima volta che partecipavo ad un evento internazionale che mi teneva lontana da casa più giorni, quindi mio marito venne con me a Firenze, occupandosi di Andrea che aveva all'epoca 9 mesi: è stata la prima di una serie di "assenze" da casa.
Negli anni a venire, quando ero in giro per il mondo o per l'Italia, o facevo su e giù da Roma, Daniele si sarebbe sempre occupato dei bambini egregiamente, per quanto con l'aiuto dei nonni e della zia durante il giorno. Anzi i bambini attendevano quegli spazi privilegiati con il papà, che escogitava per loro attività divertenti e quasi proibite da fare con la mamma, come dormire in tenda, andare a fare il bagno nel laghetto termale d'inverno o mangiare i fagioli direttamente dalla padella con i cucchiai di legno, guardando i film di Bud Spencer e Terence Hill, come si vede nella foto.
Io ero sempre preoccupata di lasciare tutto in ordine e sistemato prima di partire: biglietti chilometrici con le istruzioni, calendario con gli orari dei vari impegni, pile di vestiti divisi per figli e per i giorni in cui stavo via, avvisi alle mamme dei compagni di classe affinché fossero pronte per eventuali pasti di emergenza o per gli accompagnamenti alle varie attività.
Partivo sempre con un filo di angoscia nel lasciare i figli e mi chiedevo se oltre ad apprezzare i souvenir che portavo a casa, capissero il perché delle mie assenze. Ma i bambini, si sa, sono sempre più acuti, sensibili e intelligenti, di quello che pensiamo. Ne ebbi conferma quando tornai dal Nepal: Alessandro, all'epoca aveva da poco iniziato la prima elementare, le insegnanti non mi conoscevano ancora a fondo, ma un giorno mi fermarono per chiedermi che lavoro facessi, dato che Alessandro aveva detto loro che ero andata in un paese lontano a cercare le mamme di alcuni bambini…
Ringrazio profondamente i miei familiari, ma soprattutto mio marito per tutto il supporto ricevuto in questi 25 anni, che corrispondono anche ai 25 anni trascorsi insieme dal giorno del matrimonio. Il cammino diventa quindi occasione di celebrare e ripercorrere anche questo pezzo di vita, l'uno al fianco dell'altro.
Che bello Monica! E che emozione questi racconti della vostra vita ❤️