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80 km a piedi per celebrare la vita, pensando a chi è stato abbandonato

Riporto l'intervista pubblicata sul sito di Ai.Bi.



Monica Colombo, “colonna” dell’ufficio adozioni internazionali di Ai.Bi. intraprende un cammino per celebrare, raccontare e riflettere su 25 anni di vita spesa in favore dei bambini abbandonati

Zaino, bacchette, credenziale, ovvero il passaporto del pellegrino. Con questo bagaglio Monica Colombo parte da Firenze, domenica 10 ottobre, alla volta della Strada dei sette ponti, fino ad Arezzo. Poco più di 80 chilometri a piedi per celebrare la vita: 25 anni di attività a favore dei bambini, gran parte dei quali spesi insieme ad Ai.Bi. per promuovere le adozioni internazionali, e, non da ultimo, per festeggiare 25 anni di matrimonio.

Un cammino simbolico per celebrare l’accoglienza e il dialogo

Un percorso simbolico quindi, dove il ponte è simbolo di accoglienza, di dialogo tra le culture e i paesi, di congiunzione: qualcosa di molto coerente con le esperienze di Monica, che ha dedicato ai bambini abbandonati tanti anni di impegno personale e professionale, ma anche ai ragazzi migranti o ai richiedenti asilo ai quali insegna e ha insegnato la lingua italiana. “Ho pensato di ripercorrere in modo simbolico, camminando, tutti questi anni di vita. Sarà bello associare un fatto, un viaggio, un momento preciso, a quella specifica tappa del mio cammino” racconta Monica. Nel corso di una settimana suddivisa in cinque tappe, accompagnata dal marito, Monica è fiduciosa nel ritrovarsi e nel ritrovare il senso di molte sue scelte. “C’è un filo rosso che lega tutti questi passaggi personali e professionali – dice, mentre con il cuore è già proiettata verso giornate silenziose e meditative. Cercherò di prenderne nota e, con l’aiuto dei miei figli, pubblicare aggiornamenti del viaggi su un blog”.

Camminare come passione e come occasione di riflessione

La passione del cammino è di casa: i tre figli scout camminano da sempre, anche durante i periodi di vacanza, così come Monica e suo marito amano trascorrere le giornate all’aria aperta, memori anche loro degli anni trascorsi da giovani esploratori. “Ho cominciato a camminare per lunghi tragitti l’anno scorso, durante il lockdown, un po’ con la scusa di portare in giro il cane, un po’ perché era difficile restare a casa. Vivendo in campagna sono fortunata, sono sempre riuscita a uscire per qualche ora”. “A un certo punto, però, ho sentito il bisogno di fare qualcosa, di dare un senso a tutto quello che stava accadendo intorno a noi e nel mondo – racconta Monica – Così, nell’ottobre dell’anno scorso, ho iniziato a cimentarmi in percorsi più impegnativi, scegliendo le strade dei pellegrini: ho percorso circa 150 km da Ponte Tresa fino a Pavia, lungo la strada che parte dal Passo del Lucomagno in Svizzera e che a Pavia si congiunge con la Via Francigena. Una bella sfida!”. È anche un bel modo per mettersi alla prova: viaggiare, camminare da soli lungo una strada (in quel caso) pianeggiante ma solitaria, dove si è soli con se stessi e la parte più profonda e spirituale.

“In effetti a ripensarci… tutto è andato bene, sono stata sempre attesa a ogni tappa che avevo prenotato prima di partire. È stato un primo viaggio relativamente facile, la strada pianeggiante in parte fatta di sentieri e in parte di strada lungo il Naviglio: un’esperienza che mi ha fatto venire voglia di proseguire”. Così, questa estate, insieme al marito, Monica si è avventurata lungo i tratturi in Molise, le antiche vie lungo le quali avveniva la transumanza: “Bellissimo, ma in agosto è stato decisamente faticoso per il caldo lungo tutti i 90 chilometri di percorso!”. Il viaggio che inizia ora, al di là della simbologia dei ponti, è legato anche al fatto che Ai.Bi. organizza da tempo una settimana di studio e riflessione spirituale vicino a Volterra. Un altro nodo di quel filo rosso che Monica srotolerà lungo il sentiero toscano.

“La giornata tipo sarà molto semplice: ci si alza presto, si parte verso le 7-7.30 e ci si ferma per pranzare o fare una sosta ai punti di ristoro, quando è possibile, per visitare una pieve o ammirare le bellezze della natura di cui l’Italia è ricca”. Poi si prosegue fino agli ostelli o ai bed&breakfast per riposare e passare la notte. “È bellissimo sperimentare come le persone accolgano con grande apertura esperienze come queste – dice: a volte è bastato parlarne con amici o dare l’annuncio sui social media dell’inizio del proprio cammino che subito arrivano proposte di ospitalità!”. Si può seguire il cammino di Monica attraverso il suo account Facebook, il profilo Instagram aperto appositamente: Punti, Fili e Ponti, e il Blog in cui ogni giorno verranno postati pensieri e riflessioni sull’impegno, gli incontri e le soddisfazioni vissute lungo 25 anni del cammino di una vita. Il Cammino sarà anche l’occasione per sostenere il progetto “Fame di Mamma” di Ai.Bi. – Amici dei Bambini



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